Un messaggio al cuore dell’Europa

Un Papa Francesco instancabile è quello che ha affrontato l’ennesimo viaggio apostolico nel giro di soli tredici giorni dall’ultimo, quello nel Sud-est asiatico e in Oceania. Stavolta Bergoglio si è recato nel cuore del continente europeo, prima in Lussemburgo e poi in Belgio. Ha incontrato istituzioni e comunità cattoliche, anche provenienti da Paesi vicini, di due nazioni che hanno un grande peso politico. Il Lussemburgo, infatti, è sede di varie istituzioni europee, soprattutto di carattere finanziario; il Belgio invece è sede di gran parte dell’amministrazione dell’Unione Europea. Il viaggio ha toccato quindi «una parte di mondo a cui gli altri guardano e il messaggio portato dal Pontefice è «una parola detta al cuore dell’Europa» che volutamente è stato incentrato su «il ruolo che vuole rivestire nel mondo nel prossimo futuro» per l’accoglienza e la solidarietà tra nazioni.

Nella prima tappa di questo nuovo viaggio, Francesco ha incontrato le autorità, le istituzioni e la comunità cattolica lussemburghese. Con le sue parole ha evidenziato «il riemergere, anche nel continente europeo, di fratture e di inimicizie che, invece di risolversi sulla base della reciproca buona volontà, delle trattative e del lavoro diplomatico, sfociano in aperte ostilità, con il loro seguito di distruzione e di morte. Sembra proprio che il cuore umano non sappia sempre custodire la memoria e che periodicamente si smarrisca e torni a percorrere le tragiche vie della guerra».

Il Pontefice ha quindi ribadito la sua preoccupazione sugli avvenimenti di questi giorni che in termini di vite umane rischiano di essere devastanti. Ha poi sottolineato la necessità impellente di puntare ai valori che «impediscano l’impazzimento della ragione e l’irresponsabile ritorno a compiere i medesimi errori dei tempi passati».

Nella seconda parte del viaggio, il Santo Padre è giunto a Bruxelles, dove è stato ricevuto dai reali belgi e dalle istituzioni governative. Successivamente ha incontrato i docenti e gli studenti dell’Université Catholique de Louvain, nonché i vescovi e l’intera comunità cattolica nella Basilica del Sacro Cuore di Koekelberg. Le parole di Papa Francesco, durante questi incontri, sono state dure e hanno toccato diversi argomenti che stanno a cuore al Pontefice. Si è soffermato sul male violento e arrogante che «distrugge i popoli e l’ambiente», riprendendo così il tema della guerra, che è l’espressione più brutale di questo male, come anche la corruzione e le moderne forme di schiavitù.

Di fronte al re e al primo ministro belga che, in modi e toni diversi, avevano sollevato il dramma degli abusi sui minori da parte di chierici della Chiesa del Paese, Bergoglio non è rimasto indifferente anche perché la tematica rappresenta una questione spinosa e dolorosa per il Pontefice. «Vescovi, non coprite gli abusi!», ha esortato Francesco durante l’omelia della messa nello Stadio di Bruxelles. «Ho sentito la sofferenza degli abusati incontrati l’altro ieri» ha detto Bergoglio ricordando l’incontro con 17 vittime di abusi. «Nella Chiesa c’è posto per tutti, non c’è posto per la copertura degli abusi. Condannate gli abusatori e aiutateli