Le spose bambine, quando le mogli sono troppo giovani

Ancora oggi ci sono nel mondo più di 250 milioni di donne che sono state costrette a sposarsi prima del quindicesimo anno di età, spesso contro la loro volontà. Ogni singolo anno, circa 15 milioni di bambine e adolescenti si sposano, prendendo come marito quasi sempre uomini molto più grandi. Questo fenomeno è diffuso in tutto il mondo, ma ci sono zone del pianeta dove la percentuale di spose bambine è molto più alta, come in Africa Sub-Sahariana, dove tra il 68% e il 76% delle donne si sposa prima dei 15 anni, e nell’Asia Meridionale, specialmente in paesi come Bangladesh e India, dove tra il 52% e il 47% delle donne si sposa prima dei 15 anni.

In molti casi, poi, il matrimonio forzato segue il rapimento delle future spose, che vengono costrette ad avere rapporti sessuali contro la propria volontà.

Alcune storie raccontano come queste vittime hanno combattuto fino ad emanciparsi. È il caso di Aminetou Ely, una donna della Mauritania data in sposa a 13 anni. Aminetou, grazie a una serie di arresti ottenuti proprio grazie alla sua battaglia per la libertà, si è emancipata dal matrimonio forzato e ha deciso di mettersi a disposizione di altre donne vittime della stessa condizione.

Ci sono tuttavia ragazze meno fortunate, le cui storie finiscono in tragedia. Quando la giovane moglie, già senza tutele, si oppone o si ribella al matrimonio può esser vittima del marito, della propria famiglia, o dello stato. In Iran, nel dicembre 2023, Samira Sabzian è stata condannata a morte. Questa donna era stata forzata a sposarsi a 14 anni e, dopo cinque anni di matrimonio e di maltrattamenti, ha reagito uccidendo il marito. Lo stesso destino è toccato a Soheila Abad, data in sposa a soli 10 anni sempre in Iran e impiccata nel febbraio 2022 con altre tre donne, tutte colpevoli di aver tolto la vita al marito. Un’altra storia analoga è quella della sudanese Nora Hussein che, dopo esser stata costretta al matrimonio a 13 anni con un cugino con il doppio dell’età, ha accoltellato il marito per sottrarsi all’ennesimo stupro. Noura non ha trovato la pietà dello stato del Sudan che l’ha condannata a morte, e nemmeno della propria famiglia, che ha consegnato la figlia ai tribunali.

L’usanza di dare in sposa fanciulle in età molto precoce è tipica di società dai costumi arretrati e patriarcali. Fino a una cinquantina di anni fa, anche nelle zone rurali dell’Italia si verificavano ancora casi di madri a soli 15 o addirittura 12 anni. Dal 2019 è stato introdotto nell’ordinamento italiano il reato di matrimonio forzato e l’età minima per i casi eccezionali di matrimoni tra minori è di 16 anni.

Tutt’oggi in Italia ci sono casi sporadici di spose bambine, specialmente all’interno minoranze etniche. È celebre la cronaca di una ragazzina rom divenuta moglie e madre a 13 anni nel 2020, a Vicenza. Il marito, di 36 anni, è stato condannato a cinque anni e al pagamento di un risarcimento. A difendere l’uomo è intervenuta la stessa famiglia della fanciulla, a cui è stata tolta la patria potestà. La madre, parlando della figlia, ha spiegato: «Lo so che è molto giovane, ma dovete capire che la nostra usanza è questa anche se la legge italiana è diversa. Per noi Sinti è normale».

Queste parole aprono una riflessione e un dibattito. In ogni caso, anche comprendendo le differenze culturali, bisogna garantire la libertà e la dignità della donna e combattere qualsiasi tipo di violenza.