Il matrimonio in italia, una ricchezza da proteggere

Il matrimonio cristiano «non è semplicemente una cerimonia che si fa in chiesa, coi fiori, l’abito, le foto ma un sacramento che avviene nella Chiesa, dando inizio ad una nuova comunità familiare».

Con queste parole Papa Francesco ha descritto il senso profondo di questo sacramento, profondamente legato al concetto di famiglia. Un valore riconosciuto anche dalla Costituzione italiana che all’articolo 29 recita: «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio». Tuttavia, nel tempo il matrimonio è divenuto sempre più marginale, con un aumento considerevole dei divorzi, e la nascita di famiglie alternative al modello tradizionale: famiglie monogenitoriali, omogenitoriali o di genitori che convivono senza sposarsi.

Dando uno sguardo ai dati pubblicati nel 2023 dall’Istat, nel 2022 i matrimoni sono stati 189.140, maggiori del 4,8% rispetto all’anno precedente e maggiori del 2,7% rispetto al 2019 (anno prima della pandemia). La situazione appare molto diversa se vista sul lungo periodo. Negli ultimi quarant’anni si osserva un netto ridimensionamento in Italia: se nel 1974 i matrimoni erano 403.215 all’anno, nel 2016 sono diventati 189.765 all’anno. Secondo i dati dell’Indagine Famiglie e soggetti sociali (2016), i motivi della diminuzione dei matrimoni sono principalmente dovuti alle sempre più frequenti convivenze more uxorio (ossia come se si fosse una famiglia ma senza sposarsi). In secondo piano si possono trovare altre motivazioni come lavoro, studio e autonomia per i giovani. I divorzi invece sono aumentati dal 10.870 del 1976 al 99.071 del 2016.

Tra i dati più significativi che emergono dal già citato documento dell’Istat, c’è quello che riguarda l’età del matrimonio. A causa di un mutamento di modelli culturali, dell’aumento della scolarizzazione con il relativo allungamento dei tempi formativi e delle difficoltà ad entrare stabilmente nel mondo del lavoro, una quota sempre maggiore di giovani lascia la famiglia di origine alla soglia dei 35 anni. E infatti la quota di giovani che rimane sotto il tetto della famiglia di origine fino ai 35 anni è di 62,7%, quasi tre punti percentuali in più in meno di vent’anni.

Contestualmente, nel corso degli anni, si è assistito a una considerevole riduzione dei matrimoni in Chiesa. Nel 2022 il 56,4% dei matrimoni è stato celebrato con rito civile, un dato in aumento rispetto al 2019 (52,6%). Il rito civile è molto diffuso tra le seconde nozze, essendo molto spesso una scelta obbligata. Anche le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono in aumento del 31,0% rispetto all’anno precedente.

Sul tema è intervenuto in più occasioni Papa Francesco ribadendo la centralità del matrimonio come sacramento per la vita di ogni cristiano. In una lettera destinata agli sposi, il 3 gennaio 2022 il Santo Padre ha scritto: «La vocazione al matrimonio è una chiamata a condurre una barca instabile – ma sicura per la realtà del sacramento – in un mare talvolta agitato. Non dimentichiamo che, mediante il Sacramento del matrimonio, Gesù è presente su questa barca».

Tenete sempre «lo sguardo fisso su Gesù» – aggiunge Papa Francesco – perché «solo così avrete la pace, supererete i conflitti e troverete soluzioni a molti dei vostri problemi. Non perché questi scompariranno, ma perché potrete vederli in un’altra prospettiva».