Corpo: l’arte dell’Imperfezione

Il tempio dell’anima, è bello pensare al corpo così, come un luogo “sacro” – nel senso più lato del termine – da trattare con reverendo rispetto.

Inevitabilmente il corpo ha assunto, nei secoli, ruoli e rilevanze differenti. Non si può non pensare al David, ad Amore e Psiche, al Laocoonte, a quelle marmoree e perfette rappresentazioni di corpo. Da sempre, esso ha rappresentato più di asettica materia assemblata. La Venere di Botticelli fiera ma timida fissa un canone di bellezza. Marilyn Monroe ne conia uno, secoli dopo, ancora diverso. Gli Angels di Victoria’s Secret lo stravolgono. Le sorelle Kardashian Jenner ne fissano un altro ancora, inarrivabile. Mai come oggi c’è una disattenta attenzione all’immagine di sé, alla fisicità, all’apparenza. Il corpo è inevitabilmente, da sempre, la copertina del libro di ognuno di noi. Quanto puoi mostrare in quella copertina dipende dal contesto sociale, differenziato spazio-temporalmente. Ma mai come in questo periodo storico i confini di spazio si avvicinano. Viviamo connessi, in un mondo in cui devi vedere più che percepire, devi fruire tutti i contenuti prima con gli occhi e forse, ormai, solo con gli occhi. Tutto ciò può non influire sul rapporto di ognuno col proprio corpo.

La nostra sembra essere un’epoca in cui tale rapporto è in crisi se osserviamo i dati relativi alla nutrizione e ai disturbi del comportamento alimentare (DCA). In Italia, infatti, circa il 45% della popolazione non segue un’alimentazione corretta e ha problemi di nutrizione. Circa 3 milioni di persone, prevalentemente adolescenti, soffrono di DCA, un’epidemia a tutti gli effetti, sottovalutata dai più. Secondo i dati dell’ultima survey del Ministero della Salute, i numeri sono raddoppiati nel corso degli ultimi tre anni e l’aspetto forse più critico riguarda il dato anagrafico. Ragazzi, bambini, sempre più piccoli, iniziano ad ammalarsi già a partire dagli 8-9 anni. Questo non può non farci riflettere sull’attenzione da porre sia sull’educazione alimentare sia sull’educazione alla fruizione dei social.

Vediamo corpi perfetti ma immobili, scolpiti ma inodori, accompagnati da diete flash, stringenti e punitive, come punitive sono le proposte di attività fisica. Diventano promesse di risultati immediati indirizzate ai propri follower senza distinzione di corporatura, di metabolismo, di fragilità emotiva. I DCA sono disturbi psicologici multifattoriali e tentare di ridurre quantomeno una delle cause scatenanti penso sia doveroso e necessario.

Mens sana in corpore sano non vale più, non funziona più. Corpi perfetti, talvolta, ingabbiano menti delicate, fragili, che gridano silenziosamente aiuto. E tocca a ognuno di noi essere lì, pronti ad accogliere tale grido.

Assistiamo, da un lato, a un’insufficienza dei servizi e delle strutture sanitarie preposte e, al contempo, a un sempre crescente numero di associazioni e giovani attivi nella sensibilizzazione e nella prevenzione dei DCA, anche e soprattutto tramite i (demonizzati) social.

Un primo passo che ognuno di noi potrebbe tentare di percorrere è, forse, la riscoperta del Corpo, proprio e altrui, non più come oggetto fungibile solo attraverso gli occhi e dietro uno schermo, ma attraverso tutti i sensi a nostra disposizione, assaporandone l’odore, ascoltandone le vibrazioni, accarezzandone la morbidezza, abbracciandone anche l’anima.

In un mondo in cui il reale si piega sempre più al virtuale e il virtuale detta sempre più le regole del gioco della realtà, sta a noi diffidare dalle narrazioni fuorvianti di vite perfette vissute in corpi perfetti, riscoprendo e accettando una realtà che sia, oltre che Reale, anche e soprattutto umanamente e genuinamente Imperfetta.

Marianna Fratantonio