I rifugiati nel mondo: oltre 100 milioni di persone in cerca di una casa

Oltre 115 milioni di persone, più della popolazione della Germania. Tanti sono stati i profughi nel 2023, aumentati già nei primi quattro mesi del 2024, quando le persone in fuga nel mondo hanno raggiunto i 120 milioni.

Bastano le statistiche rilasciate dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) per fotografare un fenomeno sempre più allarmante, cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi dieci anni a causa di persecuzioni, guerre, violenze, violazioni dei diritti umani o eventi drammatici che coinvolgono ormai una fetta considerevole della popolazione mondiale.

E sicuramente sono proprio i conflitti e la loro diffusione una delle cause principali dell’aumento delle persone in cerca di rifugio nel mondo. La guerra civile in Sudan scoppiata nell’aprile 2023 ha causato finora, oltre ai 30mila morti, 7,1 milioni di sfollati interni al paese con altri 1,9 milioni di persone in fuga nei paesi confinanti. Secondo l’UNRWA (l’agenzia dell’ONU che si occupa dei profughi palestinesi) ci sono sei milioni di rifugiati palestinesi nel mondo. Nello specifico, la tragedia in corso a Gaza ha provocato 1,7 milioni di profughi in un lembo di terra abitato da 2.2 milioni di persone, portando il 75% degli abitanti a dover vivere nella precarietà, senza una vera dimora.

Miete vittime e alimenta le tristi statistiche dei profughi la situazione politica in Myanmar dove, dal febbraio del 2021, il genocidio dei Rohingya ha causato 2,6 milioni di sfollati interni e 1,3 milioni di richiedenti asilo all’estero. La lista dei paesi dove crisi umanitarie e guerre generano un gran numero di fuggitivi è lunga e va dall’Ucraina all’Afghanistan, dal Congo ad Haiti ed alla Siria.

I paesi che, relativamente alla loro popolazione nazionale, ospitano un maggior numero di profughi sono Aruba, Libano, Montenegro, Curaçao e Giordania. Secondo il rapporto dell’UNHCR sono infatti i paesi a medio e basso reddito a dare asilo al 75% dei profughi, mentre i paesi meno sviluppati hanno ospitato il 21% del totale.

Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha dichiarato: «Dietro a questi numeri, in netto aumento, si nascondono innumerevoli tragedie umane. Questa sofferenza deve spingere la comunità internazionale ad agire con urgenza per affrontare le cause profonde degli sfollamenti forzati». L’Alto Commissario dell’UNHCR ha continuato indicando che «è giunto il momento che le parti in conflitto rispettino il diritto bellico e il diritto internazionale. Il fatto è che senza una cooperazione migliore e sforzi concertati per affrontare conflitti, violazioni dei diritti umani e crisi climatica, il numero di persone costrette alla fuga continuerà a crescere, portando nuova miseria e costose risposte umanitarie».

In occasione della Giornata Mondiale per il rifugiato, indetta dall’ONU e celebrata ogni 20 giugno, Papa Francesco è intervenuto sul tema dei profughi. Il Pontefice ha invitato gli Stati ad aprirsi e a rimanere umani e ha spiegato: «Siamo tutti chiamati ad accogliere, promuovere, accompagnare e integrare quanti bussano alle nostre porte. Prego affinché gli Stati si adoperino ad assicurare ai rifugiati condizioni umane e a facilitare i processi di integrazione». Inoltre, il pensiero del Santo Padre è andato a chi si trova in mezzo alle macerie: «Continuiamo a pregare per la pace. La guerra è sempre una sconfitta, dall’inizio. Preghiamo per la pace nella martoriata Ucraina, in Terra Santa, in Sudan, Myanmar e dovunque si soffre per la guerra, preghiamo tutti i giorni per la pace».